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MEMORIE DI UN LAICO PELLEGRINAGGIO MOTOCICLISTICO [4]
Al Tabaski e alla sua derivazione Giudaica, si ispira il Corano nella Sura 17,23 e segg.: "Non uccidere i tuoi figli, per paura della povertà: egli provvederà per loro e per voi. Ucciderli è un gran peccato.". L'obbedienza al comandamento divino appare scontata dalla presenza di bambini non solo Mauri, ma anche Africani, oltre il 50% di tutta la popolazione, che sopravvivono nonostante luoghi ed ambienti inospitali, spesso devastati da alluvioni e siccità, decimati da malattie endemiche dovute a condizioni di povertà o peggio di miseria.. Nei giorni precedenti il fatidico giorno del Tabaski, torme di montoni vengono stipati sui camion, e intere greggi lasciano per sempre i pascoli e i deserti della Mauritania, raggiungono i mercati di città e villaggi, destinati allo stesso sacrificio del montone di Abramo. Restano nelle oasi sotto le tende decorate con classici disegni Mauri, o negli sperduti accampamenti dei più desolati deserti di pietra e di sabbia, solo donne e bambini (i vecchi sono rari, simili ai pozzi semi essiccati di villaggi abbandonati) a guidare le magre greggi superstiti dall'accidio e somarelli abbruttiti dal sole, carichi di taniche abbandonate dalla Parigi-Dakar, colme d'acqua raccolte dai pozzi scavati tra le rocce.
Giungemmo a Moudjera, ombreggiata dai contrafforti montuosi del Tagant: l'asfalto termina all'inizio della salita verso il passo di Achett e per il nostro gruppo iniziò, quasi con masochistico piacere, il percorso su piste e pietraie azzurrine, punteggiate dal verde di acacie e mimose, o su terre aride con radi ciuffi d'erba e cespugli irti di spine.
Traversammo gli altipiani del Tagant, preceduti dalle evoluzioni motociclistiche di Marco e Gilberto, mentre Davide, solitario centauro, andava in cerca delle tracce lasciate dai partecipanti alla Parigi-Dakar. Osservavo compiaciuto le spettacolari evoluzioni delle KTM di Marco, bellissimo e barbuto come il bronzo di Riace, ingiustamente soprannominato "Rambo", e di Gilberto, simile ad un biondo atleta Normanno, inseparabili come Eurialo e Niso, appassionati di moto Enduro. Al campo ogni sera era festa, con Marco e Gilberto d'una allegria contagiosa, che si spartivano abbondanti razioni d'aglio e cipolla, in attesa di tortellini alla panna, o degli spaghetti, o d'altro cibo da sagra paesana propinato da Nanni. Così trascorrevano le nostre serate tra le pietraie e le dune del Tagant e la mattina, "troppo tardi ", sosteneva Davide, si proseguiva sotto i raggi sempre più cocenti del sole che ammorbidisce le sabbie e rende più arduo il cammino: sessanta gradi misurò Marco, nell'ora di sosta all'ombra ardente di un palmeto.
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