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MEMORIE DI UN LAICO PELLEGRINAGGIO MOTOCICLISTICO [1]


Fu solo il fascino delle regioni desertiche ad indurmi nell'incosciente proposito di partecipare con Nanni, capo spedizione, ad un Rally progettato per tre motociclisti assistiti da due Toyota d'appoggio, per rincorrere, come in laico Pellegrinaggio, le piste africane della Parigi-Dakar, dal Senegal sino a Chinguetti, settima città santa dell'Islam, in Mauritania.

In quel Rally, per il quale da sempre nutro un'ecologica avversione c'è qualcosa in più di un macabro rituale di stupro di gruppo delle terre morte e pur così vive del Sahara, vi è contenuto una sorta di empio Pellegrinaggio da percorrere sulle stesse piste dirette alle Città Sante dell'Islam da carovane di Beduini, di Berberi, di Tuareg e da altre ormai stremate genti del Sahara.

Il Rally di Nanni mi avrebbe condotto come in un sogno in luoghi e piste disegnate dalle impronte di migliaia di dromedari e cammelli in centinaia d'anni di duro cammino verso la Mecca e per me sarebbe stato come essere al seguito dei fedeli dell'Islam che nel viaggio cantano come una nenia la giagulatoria del santo Pellegrinaggio, "El hadj" gli uomini, "Hajaratou" le donne.

Per i nostri motociclisti, Marco, Gilberto e Davide, travestiti da guerrieri tartarughe Ninja, così come per Manuela, Flavia e Nanni nelle fuoristrada d'appoggio la regione del Tagant, el Katt, le rocce di Rachid, l'Adrar, non significavano soltanto paesaggi del deserto, ma soprattutto il piacere di ricalcare le stesse piste in cui si svolge il mitico Rally, sulle quali si cimentano celebri piloti con macchine potentissime appositamente attrezzate per la gara, molte delle quali cedono allo sforzo e pochissime raggiungono il traguardo di Dakar.

L'itinerario proposto da Nanni ai partecipanti: Dakar-Rosso in Senegal, Boutilimit-Tidjikja-Chinguetti in Mauritania, si sarebbe concluso sul Senegalese Lago Rosa, con una rombante passeggiata sulle stesse dune dove si esibiscono i reduci del Rally Parigi-Dakar, tra sventolio di bandiere, con trofei ed abbracci ai vincitori della gara.

Credo che a nessun partecipante al Rally interessi e rimanga affascinato dallo splendore delle acque di color rosa violetto del piccolo lago, ne tantomeno la visita dei villaggi affacciati sulle distese e sui cumuli di sale raccolti dall'acqua e portati a riva con ma- stelli colorati legati assieme, simili ad un arcobaleno, da uomini e donne con le gambe immerse per tutto il giorno nell'acqua arsa dal sale, in una salamoia più densa di quella del Mar Morto.

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