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Le donne
Nouakchott e Kabul, i due poli estremi dell'uso e dell'abuso dell'Islam: mentre in Afghanistan i "Taleban" stanno precipitando il paese nel più bieco oscurantismo fondamentalista in nome di una lettura stravolta del Corano, la Mauritania, dove si sono svolte le prime elezioni legislative multipartitiche, appare come un raro esempio di repubblica islamica moderata e tollerante.
PIÙ LIBERTÀ
Se a Kabul le donne sono state costrette ad abbandonare scuole e lavoro da un giorno all'altro, sono ormai segregate in casa, obbligate a coprirsi completamente corpo e volto e a vedere il mondo attraverso una "grata" del tessuto, a Nouakchott un recente decreto impone alle donne di coprire solo... la rotula del ginocchio. Gli abiti femminili sono comunque in Mauritania - unico paese dell'Africa sub-sahariana in cui l'Islam è la religione ufficiale - generalmente lunghi, dai variopinti veli leggeri tipo sari indiano che avvolgono il corpo appoggiandosi appena sul capo, indossati dalle donne bianche maure di origine nomade, ai multicolori abiti scollati che le nere originarie del Senegal lasciano scivolare in modo civettuolo a scoprire le spalle.
"SHARIA" ISLAMICA
La libertà nell'abbigliamento non è la sola di cui godono le donne mauritane. In Mauritania, dove vige una sorta di matriarcato, le donne divorziano quando e come vogliono e invece di essere messe al bando dalla società si risposano senza problemi. Anzi, aver avuto una decina di mariti è quasi motivo di prestigio, mentre per l'Islam più ortodosso e retrivo - in particolare nella Kabul di oggi, e nel mondo arabo in generale - solo l'uomo ha il diritto di ripudiare la moglie e di divorziare. In Mauritania la Sharia, la rigida legge islamica introdotta nel 1980, non è applicata (in particolare le pene corporali), e, anche se è osservata la proibizione di bere alcoolici, gli stranieri possono consumarne apertamente nel bar di un grande albergo della capitale. "In fondo, è una società piuttosto libertina, in cui la gente vuole divertirsi", afferma un diplomatico nordafricano.
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