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L'adrar
L'Adrar... Zona di passaggio delle antiche carovane che portavano il sale da nord verso sud... Plateau rocciosi bruciati dal sole, ampi wadi di sabbia bianca, profondi canyon scavati nelle rocce scure, dune modellate dal vento del deserto e oasi con palme altissime... Questo è l'Adrar secondo la descrittiva colorita e romantica della guida in francese che ci leggeva il nostro capogruppo.
Un po' più realisticamente si potrebbe definire questa parte del Deserto del Sahara (nonchè meta principale del nostro viaggio) un luogo mutevole, con paesaggi talvolta molto suggestivi, spesso estremamente desolati e monotoni.
Poi, nel bel mezzo del nulla, capita di incontrare una carovana di dromedari, una falesia, un fortino francese, un'oasi, un accampamento nomade, un sito con antichi graffiti, un villaggio, che rompono la monotonia e la desolazione e scuotono il viaggiatore dal torpore indotto da ore e ore di fuoristrada, costringendolo a scendere dall'auto e a sgranchirsi le gambe.
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